GIUSEPPE ESPOSITO: UN TEOLOGO BUFFO CON LA PASSIONE DELL'OPERA. INTERVISTA AL DOTTOR BARTOLO DEI NOSTRI GIORNI

Palermitano doc, baritono o basso buffo di sicuro talento Giuseppe Esposito è in carriera da sei anni e già affronta personaggi di un certo spessore per la sua corda. Quello che più spesso ha interpretato è però il Dottor Bartolo nel Barbiere di Siviglia. “Ho cominciato con l’altro Dottor Bartolo, quello mozartiano delle Nozze di Figaro mentre ancora ero studente” racconta. “Lo cantai nell’ambito di un’Opera laboratorio alla Valletta, sull’isola di Malta. Mentre lo interpretavo, capii che dovevo mettermi a studiare seriamente.”. Era il 2004 e, esaurita l’esperienza nel Mediterraneo, Esposito, una volta rientrato a Palermo, continuò a studiare con Giovanna Collica per perfezionarsi poi con Simone Alaimo.
Su loro consiglio entrò dapprima nel coro del Teatro Massimo Bellini di Catania dove restò tre anni; poi quando nelle fila del coro ci fu un rimescolamento, si sottopose a un’audizione che gli fruttò il debutto ufficiale: Fiorello nel Barbiere di Siviglia. Il primo Dottor Bartolo rossiniano arrivò nel 2014 al Teatro Valle di Roma con l’associazione Europaincanto. “Ne facemmo quaranta recite… un delirio.”. Ora si appresta a tornare a cantare nella sua città proprio come Bartolo. Giuseppe è felice: “Cantare a casa propria è un regalo che ti fa la vita e quando mi ha chiamato il consulente casting del Teatro Massimo per chiedermi se ero libero a settembre per fare il Barbiere di Siviglia nell’ambito del progetto di Opera Camion non credevo alle mie orecchie.”. Ed eccolo pronto a tornare a impersonare il personaggio rossiniano non sul palcoscenico del Teatro Massimo ma nei quartieri più disagiati della città, dove la compagnia rappresenterà la vicenda che arrivò a Rossini grazie al lavoro in prosa di Beaumarchais su un palcoscenico all’interno di un camion. “E’ un progetto che mi piace e che il Teatro Massimo condivide con l’Opera di Roma e cui sono ben contento di partecipare” commenta. “Credo sia giusto portare l’opera nelle periferie a quella parte di pubblico che non ha la possibilità di frequentare i teatri.”. Dal 2014 a oggi Giuseppe Esposito ha interpretato un centinaio di volte il Dottor Bartolo, sia in Italia, per esempio al Teatro Pavarotti di Modena, all’Opera Giocosa di Savona, al Piccolo Festival del Friuli Venezia Giulia con la regia di Davide Garattini, sia all’estero e in particolare al Teatro Nazionale Sloveno di Maribor dove è un po’ di casa. Cosa gli piace di Bartolo? “Come tutti i buffi si credono furbi ma poi rimangono con un pugno di mosche in mano. E’ un personaggio farsesco, non ne vedo risvolti positivi. Don Pasquale, che ho cantato per la prima volta a Maribor la stagione passata, è più umano. Mi piace questo vecchietto illibato che ha le voglie di un sedicenne. Mi fa tenerezza perché, quando Norina lo prende a schiaffi, si ridimensiona…”. Giuseppe Esposito ha studiato canto privatamente, ma è laureato in teologia con studi molto approfonditi in materia. Alla musica è arrivato attraverso la liturgia e ancora adesso partecipa come cantore a qualche funzione. “In un primo tempo ho studiato l’organo, poi quando la mia voce si è sviluppata, ho deciso subito di affrontare gli studi di canto lirico. A quindici, sedici anni ho preso la decisione, ma ho aspettato i venti per incominciare.”.
Torniamo alla Sicilia: “A Catania, dopo Fiorello ho avuto una prima stagione molto intensa, sono stato Biscroma Strappaviscere nelle Convenienze e inconvenienze teatrali di Donizetti, Frank nel Pipistrello di Strauss, Taddeo nell’Italiana in Algeri di Rossini. Nel Barbiere ho avuto il privilegio di lavorare con Dario Fo che all’epoca era ancora in buona salute e nell’Italiana in Algeri ero accanto al mio maestro Simone Alaimo, un’esperienza incredibile….”. Palermo gli ha dato qualche opportunità con la musica contemporanea, è stato nella compagnia di canto della Gisela di Henze, e con l’opera per bambini. “A Palermo ho avuto anche l’occasione di debuttare in un’altra opera che per un buffo è un regalo, Il maestro di cappella di Cimarosa in cui sul palcoscenico siamo soltanto l’orchestra ed io.”.
In genere chi è buffo sul palcoscenico è triste nella vita di tutti i giorni: “E’ vero, ma io faccio eccezione e cerco di prendere le cose con allegria. Certamente mi sento a mio agio nell’interpretare personaggi molto più maturi di me, ma è naturale, nel mio intimo mi sento più grande della mia età.”. Come vede la situazione di chi fa il suo mestiere? “La vedo nera, però combatto. Si lavora male, non si fanno prove musicali sufficienti e tutte le energie sono concentrate sulle regie degli spettacoli. Ai cantanti si chiede soprattutto di andare a tempo e siamo tutti felici.”.
A proposito di cantanti, chi sono i punti di riferimento tra quelli del passato? “Fernando Corena è quello che mi piace di più e mi dà più energia quando lo ascolto. Certo era un po’ troppo gigione, io lo sono meno… Poi apprezzo Italo Tajo, Paolo Montarsolo e, fra i buffi dei tempi più recenti, Enzo Dara, Praticò e Antoniozzi.”. La stagione passata Giuseppe Esposito ha aggiunto al suo repertorio un’altra opera di Rossini, Il viaggio a Reims che ha interpretato a Kiel, in Germania, con la regia di Pier Francesco Maestrini. Nel prossimo futuro, dopo il ritorno a Palermo, ci sono altri debutti. “Sarò per la prima volta in Così fan tutte al Teatro Verdi di Trieste nello spettacolo del Festival di Spoleto. La cosa buffa è che a Trieste canterò Guglielmo mentre nelle recite in decentramento, a Udine e Pordenone, passerò a Don Alfonso. Sono due personaggi diversissimi, il ragazzo che gira un po’ a vuoto e il vecchio saggio che gli dà consigli. Devo dire che fra i due preferisco il secondo.”.
E poi? “Sarò nel cast della Fanciulla del West in una lunga tournée che comincia a Cagliari e prosegue a Lucca, Pisa, Livorno, Ravenna e Modena. Il mio personaggio è Happy, un nome che mi sta bene. Poi sarò per la prima volta il Conte Rodolfo della Sonnambula a Maribor. E’ un personaggio che ho sempre sognato di interpretare. In questi giorni sto ascoltando un grande basso friulano che lo interpretava benissimo, Plinio Clabassi. Io non ho la sua voce e ne metterò in luce l’aspetto semiserio. E’ un personaggio molto umano. Di fronte al sonnambulismo di Amina si commuove e non approfitta della situazione. Un vero signore come ormai pochissimi…”. di Rino Alessi 19/07/2017 bellaunavitaallopera.blogspot.com

Commenti

  1. Desidererei che con un po' di onesta mettesse su Internet chi ha capito che era un basso baritono e che nello stesso tempo l'ha iniziato al canto lirico fino al suo primo concerto, sto parlando dell'umile e smplicissimoaestro Montalbano Rosario che con molta pazienza ha tolto tante stonature ed altre cose nella sua voce. Ringrazio di non avetmi msi pensato do po l'affetto e l'avvio alcanto lirico che gli ho dato, dovremmo essere più presenti con la memoria comunque io sono molto contento della sua carriera, sarebbe onesto che salutasse il su primo maestro , un abbraccio affettuoso Giuseppe.

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